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DELLA LUCE E DEL COLORE
Santo Previtera

Galleria l'Arte Club
Maggio 2018

 

Una mostra personale con un tema ben definito prevede l’articolarsi del lavoro dell’artista in un numero, più o meno cospicuo, di opere che rappresentano le conclusioni artistiche a cui egli è giunto fino a quel momento. Ammirare queste opere vuol dire venire a contatto con il sentire dell’artista, decodificare quegli “incontri” spirituali o reali, inconsci o intenzionali, nel suo percorso e riconoscerli come comuni o estranei. Chiunque avesse visto solo la produzione di Santo Previtera di cinque/sei anni fa, fatta di china, fogli di carta di riso e di una prorompente predilezione per l’arte orientale, oggi stenterebbe a credere alla portata di un tale cambiamento ed a riconoscere le opere attuali come prodotte dalla stessa mano. Vi è poi, però, l’aspetto più immediato ed istintivo dell’arte, che lega a doppio filo l’artista e le sue opere e conferisce la paternità: è il gesto sotteso, è la vitalità dell’esecuzione, è quella firma non scritta ma percepibile. In questo le opere di Santo sono originali ed identificabili anche nella produzione attuale, fatta ugualmente di tratti essenziali seppur mutati nella materia e nel supporto. L’artista si confronta in questa mostra con un tema ricorrente in pittura, quello dei bagnanti, declinato in modi diversi ed epoche diverse, trovando conforto in Cézanne, Seurat, e fino al contesto del Novecento italiano dove l’eredità francese ha attecchito non solo per tema, comprendendo in senso lato la figura umana nuda, ma anche per sentire stilistico. Ciò che appare evidente nei dipinti in mostra è il ricorrere ad un’ambientazione dai toni chiari e, per lo più inazzurrati, in cui il mare non è che uno scorcio ed il cielo smette di essere tale per divenire solo fondale. Costante è l’ombra. Essa spegne i colori, come scia si allunga, prende le distanze, impossibilitata ad allontanarsi del tutto da quella forma che già di per sè non vuole farsi definire, e si fa completamento. Non disturba l’ombra, è parte integrante dell’intero, in fondo è il doppio.
Se la costante è l’ombra, l’essenza non può che essere ciò da cui essa deriva, ovvero i bagnanti, portatori di luce. Fatti di pennellate, accostate e decise, sottese in uno sfondo che pacato li lascia emergere e muoversi, si dispongono sulla tela non curanti di chi li osserva. Non svelano un’identità né si arrovellano su tormenti interiori, consapevoli che la pittura non debba sempre essere inquietudine e angoscia, quant’anche solitudine si avverte. Accennati in superficie, simili ad un felice incontro di colori, ma profondamente pensati nelle pose e nei gesti a tal punto da conferire loro una disinvolta spontaneità, i bagnanti di Santo Previtera mostrano uno spaccato che può collocarsi in una dimensione spaziale indefinita o anche solo immaginata e che ci spinge a pensare che questa non sia che una brillante tappa delle sue sperimentazioni artistiche.

 

Laura Cavallaro